Palermo, 15 gennaio 1993. Salvatore Riina (Claudio Gioè), capo di Cosa Nostra, è stato arrestato e riceve la visita in carcere dell'amico d'infanzia Biagio Schirò (Daniele Liotti).
Nel 1943, all'età di 13 anni, Riina sta lavorando nei campi intorno alla città di Corleone quando trova una bomba sotterrata. Suo padre decide di portare la bomba a casa, perché vuole estrarre la polvere da sparo al suo interno per venderla ai cacciatori. È un operaio e il suo magro reddito non è più sufficiente. La bomba esplode, uccidendo il padre e il fratello minore, Ciccio, lasciando Salvatore a capo della famiglia.
Stanco di vivere in povertà, Totò, insieme agli amici Bernardo Provenzano (Salvatore Lazzaro), Calogero Bagarella (Marco Leonardi) e Biagio Schirò, inizia a lavorare per Luciano Liggio, picciotto del boss Michele Navarra, che nel frattempo ordina il rapimento e l'omicidio di Placido Rizzotto. Poco dopo, Totò si scontra con Menico, il figlio di un mugnaio a cui vende il grano, e finisce in prigione.