Esplorando un piccolo asteroide che passa nelle vicinanze della Luna, una squadra di Alfani guidata da John Koenig trova una porta che dà accesso a una cavità interna. Dopo alcuni inutili tentativi di forzare la porta, viene piazzata una carica per farla saltare. L'onda d'urto investe purtroppo uno degli uomini, il pilota Mike Baxter, che però sembra stare bene. Dentro alla cavità c'è un alieno umanoide, ormai moribondo dopo essere stato colpito in pieno dall'esplosione.
Trasportato su Alpha, nonostante le cure del dottor Helena Russell, l'alieno muore. Ma più tardi, mentre Helena sta preparando l'autopsia, il suo cuore riprende a battere; cosa ancor più straordinaria, le sue ferite sono scomparse. Dalle analisi di Bob Mathias risulta che l'extraterrestre ha un metabolismo talmente accelerato che le sue cellule non muoiono mai.
Nel frattempo, Koenig comunica a Baxter che non potrà più volare: il suo nervo ottico è rimasto lesionato in maniera grave nell'esplosione sull'asteroide. Baxter resta sconvolto dalla notizia: volare era la sua passione.
Bergman mostra un esperimento a Koenig: un campione di roccia dell'asteroide, disintegrato, si rigenera dopo pochi istanti. Lo scienziato ipotizza che l'asteroide stesso sia vivo, e che le sue cellule siano in grado di rigenerarsi come quelle del suo occupante.
L'alieno si è ripreso completamente. Mette al tappeto due guardie della sicurezza che cercavano di fermarlo e gira per i corridoi della base. Alan Carter lo colpisce con il laser, invano. Ma a quel punto, l'extraterrestre si ferma e parla.
Racconta di chiamarsi Balor e di essere immortale, come tutti gli abitanti del pianeta da cui proviene. Non dovendo più lottare per la sopravvivenza, il suo mondo era diventato apatico. Balor propose una nuova filosofia come soluzione, ma gli altri abitanti reagirono e lo condannarono a trascorrere la vita (eterna) chiuso in un asteroide.
Koenig offre ospitalità a Balor, che accetta. Koenig tuttavia non è completa