"Anche copiandone la memoria in un cybercervello, il vecchio ghost (l'anima) non le abiterebbe": a questa breve spiegazione "religiosa" messa in bocca a Saito, l'autore è costretto ad ammettere la realtà della morte valida fin da quando esiste l'uomo; per quanto voglia speculare sull'anima umana (che secondo lui sarebbe un software), non può non ammettere che che in caso di morte non si può far rivivere una persona semplicemente trasferendone i ricordi (questo è vero infatti solo per i computer).