Dalle profondità di un’antica grotta, le Disir, tre veggenti serve della Dea triplice, segnano il destino di Artù sulle rune di un amuleto druido. Lo stregone Osgar, loro adepto, ha il compito di incontrare il Re di Camelot per consegnargli il loro messaggio, ma quando i suoi cavalieri lo circondano per catturarlo, è costretto a difendersi - e uno di loro, Sir Ranulf, viene ferito mortalmente. Saputa la morte del suo cavaliere, Artù decide di partire di persona per una spedizione e rintracciare lo stregone per consegnarlo alla giustizia. Insieme a lui andrà anche Mordred, ora cavaliere, nella sua prima missione come tale. Dunque, Artù, Mordred, Merlino e i cavalieri, raggiungono Osgar nella foresta. Questo viene ferito da Galvano e prima di morire, una volta di fronte al re, gli consegna l’amuleto, ammonendolo sul fatto che la sua fine - e quella di Camelot - è prossima, ma che è ancora in tempo per redimersi e tornare sulla retta via. Tornati a Camelot, Artù decide di ignorare le parole dello stregone, considerandole solo deliri di un uomo deviato, ma Gaius lo avverte che il giudizio delle Disir non è da sottovalutare e che farebbe meglio a non denigrare le credenze altrui. Merlino convoca il Grande Drago, che gli conferma la sentenza della Triplice Dea su Artù e che gli consiglia di sfruttare la prima opportunità che gli si presenti per eliminare Mordred e così fermare il cerchio del fato che sta cominciando a chiudersi. Nel mentre, Artù riflette su ciò detto dall’anziano medico e decide di partire per chiedere spiegazioni alle Disir. Quando arrivano alla grotta sacra, Artù e la sua spedizione calpestano gli oracoli seminati nella zona ed entrano armati, oltraggiando così la Dea. Artù chiede poi come abbiano osato giudicarlo in sua assenza e ordina alle tre donne di dargli una spiegazione. Le Disir, infuriate per il comportamento irrispettoso del giovane re, gli dicono che, nonostante sia un re giusto ed equo, ha rinnegato l’Antica Religi